Permesso di soggiorno “grazie” al Kanun

3338834570_c0371f9696_qDa alcuni anni mi sono occupato di diritto dell’immigrazione (anche formandomi con corsi specialistici), a fronte delle riforme sempre più miopi e di un’emergenza che si protrae da due decenni senza riuscire a trovare soluzioni sistematiche per regolarizzare in maniera civile chi si muove dal sud al nord del mondo.

Nello svolgimento della professione, mi sono trovato spesso in fila agli sportelli per gli immigrati delle questure a fianco di persone delle più disparate lingue, etnie e provenienze.

Molte volte ho esaminato documenti, permessi di soggiorno e ho presentato istanze e ricorsi alle prefetture o al giudice di pace, collaborando anche con colleghi che con maggiore frequenza ricorrono al TAR. Tribunale spesso inaccessibile per molti cittadini extracomunitari che non possono permetterselo.

Ma solo in questi giorni mi sono imbattuto in una storia che non avrei mai immaginato. Un cliente – studente universitario – inviatomi da un docente universitario, in Italia da vent’anni ma senza la carta di soggiorno, mi ha raccontato la storia del Kanun di Lek Dukagjini applicato in Albania per cui ha ottenuto il diritto di asilo in quanto il padre – nel periodo comunista – aveva ucciso due persone.

In base al Kanun i parenti delle vittime hanno diritto di vendicare quelle morti sul primogenito maschio. Non solo. Se non lo fanno, loro stessi possono essere disprezzati attraverso

Il Kanun che risale al 1400, e riportato in forma scritta dopo la caduta del regime comunista di Enver Hoxha, regola da secoli la vita sociale nelle zone più arretrate dell’Albania, soprattutto nel Nord. Fra l’altro il Codice fissa in maniera rigorosa il diritto di vendicare l’uccisione di un parente, colpendo i parenti maschi dell’assassino fino al terzo grado. [Laura Collina]

Il cliente, alla fine, riuscirà ad ottenere il permesso di soggiorno dietro la minaccia per cui, tornando in Albania, potrebbe essere ucciso in base al Kanun da qualunque parente di coloro che erano stati uccisi da suo padre, oltre vent’anni fa.

Questa vicenda fa riflettere sul dilemma antigoniano tra Legge e Giustizia…

[Foto di Kosovo Future Maker]

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