[Da Il Sole 24 Ore di oggi, 29 dicembre 2015]
Livorno si candida al ruolo di «porto gateway» verso il centro ed est Europa attraverso a una serie di opere ferroviarie che hanno l’obbiettivo di «tenere insieme il lato mare e il lato terra». Alla vigilia di Natale, con l’attivazione di un nuovo binario, è stato inaugurato il raddoppio del collegamento tra la stazione di Livorno Calambrone e le aree portuali di Livorno Darsena e Livorno Porto Nuovo (si veda la cartina a fianco). L’opera – spiega una nota di Rfi-Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs) – consente la separazione dei flussi merci in uscita/arrivo da Livorno Calambrone con la Darsena e il Porto Nuovo, aumentando così la potenzialità di manovra della logistica portuale con una migliore accessibilità alla rete ferroviaria da parte dei diversi operatori.
Una seconda fase di interventi di potenziamento dell’area portuale di Livorno prevede la realizzazione, entro la prossima estate, della nuova stazione ferroviaria di Livorno Darsena e del nuovo binario tra Livorno Darsena e la linea Tirrenica Genova-Pisa-Roma, che consentirà l’arrivo e la partenza di treni merci con lunghezza commerciale di 750 metri direttamente dalle banchine, a fianco delle navi. Una volta ultimato l’intero progetto – investimento di 45,6 milioni di euro -finanziato da Regione Toscana, Unione europea e Rfi il sistema portuale labronico sarà attrezzato con una infrastruttura ferroviaria in grado di supportare i programmi di sviluppo del porto voluti da Autorità portuale di Livorno e Regione Toscana. «L’espansione a mare non ha senso – spiegano all’Autorità portuale di Livorno – se non ha come contraltare una eguale espansione delle connessioni ferroviarie sul lato terra. La nostra prima esigenza è quella di velocizzare l’instradamento delle merci verso i mercati di riferimento». «Riuscire a far partire i treni merci direttamente da porti, interporti o terminali terrestri – spiega Maurizo Gentile, amministratore delegato di Rfi – significa avere un grande abbattimento dei costi delle manovre secondarie. Manovre, a volte imprescindibili e necessarie per le caratteristiche delle infrastrutture esistenti, che producono costi aggiuntivi sull’intera filiera della logistica. In questa nuova visione di sistema, Livorno sarà un’eccellenza». Nei prossimi anni altri porti avranno le stesse caratteristiche, infatti Rfi sta già lavorando in questa direzione, in sinergia con i progetti delle Autorità portuali competenti, a Taranto, a Trieste e a Brindisi.
Tornando al caso di Livorno, ad anno nuovo, per concludersi nel 2019, verranno avviati i lavori per la connessione ferroviaria tra il porto e l’interporto Amerigo Vespucci Spa, che ha un costo di 17 milioni di euro. Perché di sola banchina non si vive e un porto senza collegamenti efficienti rischia di non farcela ad affrontare le sfide della competizione.